#80 - Il Match fra Software e Programmatori (Claudio Vaccaro | Co-Founder MatchGuru)

Oggi in questa puntata speciale parliamo di un tema importantissimo in qualsiasi azienda, le assunzioni e le sfide di creare il giusto match tra aziende e candidati, una questione che richiede tempo e può essere complessa. In particolare, parleremo di una soluzione innovativa e tutta italiana chiamata MatchGuru, ideata per facilitare questo processo. MatchGuru si rivolge sia ai professionisti in cerca di nuove opportunità, specialmente nei settori IT e Digital Engineering, sia alle aziende che desiderano trovare il talento ideale per le proprie necessità. Grazie a questo strumento, si possono individuare opportunità di lavoro più mirate e facilitare l’incontro tra domanda e offerta di competenze in modo efficiente e preciso. Ma di tutto questo oggi ne voglio parlare con il suo co-founder Claudio Vaccaro.

Il nome MatchGuru è stato scelto per due motivi principali. “Match” rappresenta la missione del prodotto, che consiste nel creare collegamenti tra domanda e offerta di specialisti tecnologici. La seconda parola, “guru,” è stata scelta per il suo significato positivo, che sta guadagnando sempre più popolarità tra le nuove generazioni, come la Gen Z.  Anche se a volte viene vista negativamente dai boomer e dai millennial, “guru” qui rappresenta l’intelligenza artificiale del sistema, concepita per guidare le aziende nel trovare il talento più adatto.

Il settore tech, in Italia e in altri mercati, affronta una grave carenza di specialisti qualificati, nonché di candidati junior con competenze aggiornate. Questa situazione è legata anche al fatto che molte università italiane non forniscono una formazione adeguata in ambito tecnologico, e non tutti possono permettersi studi universitari lunghi. Per affrontare questo problema, nel 2021 è nata Epicode, una scuola Tech che in sei mesi prepara persone poi assunte dalle aziende. Tuttavia, è emersa un’altra criticità, definita “lost in translation”: un’incomunicabilità tra aziende e talenti, dovuta al fatto che le prime spesso omettono dettagli fondamentali sui ruoli, mentre i candidati, specialmente della Gen Z, non sempre esplicitano le loro esigenze, come la preferenza per il lavoro da remoto. Di conseguenza, le aziende HR si ritrovano a gestire colloqui fuori focus, con spreco di tempo e risorse. Per risolvere questo problema, è stato ideato un sistema che facilita il flusso d’informazioni tra aziende e talenti prima dei colloqui. Da un lato, i talenti possono condividere le loro competenze e aspettative attraverso test tecnici e domande mirate. Dall’altro, un “DNA aziendale” descrive chiaramente il contesto lavorativo. L’intelligenza artificiale della piattaforma, quindi, elabora un punteggio di affinità, che consente alle aziende di focalizzarsi solo sui candidati realmente idonei, riducendo drasticamente il numero di colloqui fuori target e ottimizzando il processo di selezione.

L’innovazione principale del sistema di MatchGuru risiede nel fatto che è il talento, e non l’azienda, a decidere se proseguire il match. L’azienda si “candidata” al talento e, se quest’ultimo non desidera continuare, l’azienda non riceve i suoi contatti. Questo ribalta il processo tradizionale, offrendo maggiore controllo ai candidati. Inoltre, per facilitare le aziende, il sistema invia i profili via email, come una sorta di newsletter. Questo approccio, ideato dopo un’analisi del mercato, risponde al bisogno delle aziende di non cambiare radicalmente le loro abitudini lavorative, prevalentemente gestite tramite email. Così, i profili arrivano direttamente nella casella di posta, dove le aziende possono visionarli e decidere con chi avviare un colloquio. Se il talento accetta, solo allora i contatti sono condivisi, rendendo il processo rapido e intuitivo. ll processo di Match Guru inizia con un’approfondita raccolta di informazioni dai candidati, attraverso una serie di domande mirate che sondano non solo le competenze tecniche, ma anche le preferenze lavorative e le aspirazioni personali. Questo permette di creare un profilo dettagliato che include preferenze come il lavoro da remoto, il contesto ideale (internazionale o locale), e l’importanza data al progetto o all’orario. In seguito, ai candidati viene richiesto di dimostrare le proprie competenze tecniche, ad esempio con test di verifica, il cui completamento non è obbligatorio ma può aggiungere valore alla candidatura. In aggiunta, i candidati possono registrare una video presentazione, che consente di mostrare un aspetto personale ai potenziali datori di lavoro.

Il risultato finale è una “Talent Card” per ciascun candidato, contenente videointervista, certificazioni tecniche, competenze dichiarate e verificabili, e una descrizione dei valori e obiettivi che risuonano con quelli aziendali. Dall’altro lato, anche alle aziende viene fatto un questionario dettagliato per individuare il contesto lavorativo e le specifiche necessità per il ruolo ricercato. Questo approccio assicura una maggiore aderenza tra le aspirazioni del talento e i bisogni dell’azienda, migliorando così la qualità delle selezioni e risparmiando tempo per entrambe le parti. MatchGuru ha introdotto un modello innovativo per ridurre i tempi e aumentare la qualità del processo di assunzione, in modo che le aziende possano trovare e mantenere i talenti giusti senza lunghe attese o elevati costi di selezione. Il primo obiettivo è accelerare i tempi di assunzione, rendendoli meno della metà rispetto ai metodi tradizionali. Questo approccio punta non solo a trovare il profilo tecnico adatto, ma anche a individuare candidati con affinità valoriali che favoriscano una maggiore retention, evitando che lascino l’azienda poco dopo l’assunzione.

Un’altra importante innovazione introdotta da MatchGuru è il modello di Talent Acquisition as a Service (TAS), un servizio in abbonamento che consente alle aziende di ricevere periodicamente profili di candidati senza dover pagare costose commissioni di setup o fee sulle assunzioni individuali, tipiche delle tradizionali agenzie di recruitment. Attraverso l’abbonamento, le aziende, in particolare le piccole e medie imprese, possono ricevere una “newsletter” con profili mirati e possono procedere alle assunzioni senza costi aggiuntivi per ogni nuovo inserimento. Per le aziende che necessitano di supporto ulteriore, MatchGuru offre anche un servizio opzionale di “guru”: un recruiter interno che viene assegnato temporaneamente all’azienda per gestire una selezione massiva, come un’assunzione di venti risorse, rendendo il processo estremamente flessibile e personalizzato.

per più info: https://www.matchguru.it

Per la rubrica 4 domande a razzo:

🏆 Miglior consiglio che ti hanno dato: “circondarsi di persone, migliori di te” perché solo così si può migliorare e ti puoi migliorare e se me ne permetti te ne dico un’altra sebbene sia un classico ma “Pensare in grande e agire in piccolo” mettere gli obiettivi e le mete, averle sempre chiare, ma poi organizzare attività a corto termine che ti portano al risultato finale. Step by Step

📚Libro che stai leggendo: “Open Agassi” L’autobiografia di Andrè Agassi. Mi ha portato alla riflessione che quando decidi di fare l’imprenditore, stai consapevolmente decidendo di sfidare te stesso. Quindi le insicurezze, i demoni, la fatica, la paura di vincere, le sconfitte che attraverserai. E come dice Agassi, che in realtà la partita di tennis non è contro un avversario, ma contro te stesso. Quindi la partita più grande che dobbiamo vincer e contro noi stessi.

🚀 La caratteristica che dovrebbe avere un CEO “Mettersi in discussione.” L’imprenditore è una persona normalmente molto sicura di sé, quindi molto anche con un ego non piccolo, e delle volte è difficile che si metta in discussione. Invece dovrebbe farlo e ad esempio, prendere decisioni basate sui dati e non su sentimenti o convinzioni personali, non affezionarsi proprio delle idee e ascoltare gli altri.

💡La tua frase ispirazionale: “siamo quello che facciamo ripetutamente” una vecchia frase di Aristotele che uso in palestra quando mi alleno. In definitiva, l’eccellenza che tu porti in tutto quello che fai non è che è un atto deliberato, ma è un’abitudine.

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