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Videogiochi brandizzati per attirare il tuo pubblico di riferimento

[Episodio #17]

Oggi parliamo di advergame e di come si possono unire 2 mondi come videogiochi interattivi con le aziende potendo fare azioni con videogiochi per educare, per informare, sensibilizzare o addirittura raccogliere delle leads. Abbiamo avuto il piacere di conoscere una delle aziende di referenza nel settore, con un team di giovani visionari: Gamindo. Questa splendida realtà è stata creata nel 2020 da due ragazzi, Nicolò e Matteo, cresciuti a pane e game boy e da subito hanno voluto dimostrare con grandi risultati come con i videogiochi si può fare molto di più che semplici giochi da ragazzi. Ne parliamo oggi con molto piacere con il suo CEO e Co-Founder Nicolò Santin, un giovane imprenditore pieno di talento e di quella giusta follia, nonché già un TEDx Speaker e un Forbes under 30.

Questa idea è nata durante gli studi universitari di Nicolò, a Venezia e proprio durante il corso di marketing avanzato scoprì l’esistenza degli advergame che è l’unione di advertising, pubblicità e videogiochi, definitivamente un cocktail esplosivo. Nicolò subito percepì di essere davanti a qualcosa di straordinario e sebbene inizialmente era molto legata al tema beneficenza, con giochi brandizzati sponsorizzati da parte di un’azienda che veniva poi donato in beneficenza strada facendo si è convertito anche nella linfa di tutte le aziende: la Lead generation. Oggi i giochi non sono più una questione legata ai ragazzini rinchiusi nelle loro camerette, ma un vero e proprio ecosistema di soluzioni che va dal training interno dei dipendenti e 1000 altre cose, ed è un fenomeno che riguarda tre miliardi di persone, un trend, destinato a crescere e ad esplodere negli anni.

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L’advergame può svariare su vari fattori e temi, ad esempio giochi sulla cyber security. É dato certo è che ogni 39 secondi nel mondo c’è un cyber-attack, è un problema grande nelle aziende, specialmente quelle più grandi e bisogna coinvolgere tutti i membri di un team, perché se non si sta attenti, non si impara, e gli stessi dipendenti possono creare danni molto grande. Il gioco quindi, diventa una soluzione per coinvolgerli molto di più e fargli capire che mettere la password 123456 sul proprio device non è la soluzione più giusta, ed ecco che il gioco assume anche le vesti per formare e avere l’attenzione delle persone.

Ma Gamindo propone ogni tipo di azione e di risultato, infatti, ogni azienda può arrivare al suo obiettivo attraverso l’advergame come esempio l’azienda Barilla. Nel voler lanciare il nuovo biscotto. Gamindo propone delle meccaniche che si vanno a rivestire sul brand, con giochi dove c’è il prodotto dentro lo stesso gioco di Barilla, come ad esempio, il biscotto scacchieri che è stato collegato al prodotto biscotto in quel caso. Nel caso opposto però il gioco di Coca Cola che invece era imputato sul calcio, non appare minimamente la lattina e quindi un esempio di come il gioco possa essere totalmente scollegato dallo stesso prodotto. Invece, per Chiara Ferragni, è stato lanciato un gioco dove si è raccolto più di 50.000 mail con il consenso commerciale. I giochi possono anche avere l’obiettivo di educare su un certo tema, tipo Unesco e Axa sul tema del dei mari degli oceani. Il gioco i questo caso, nasce per coinvolgere, educare e quindi non ha componenti di Marketing.

Per quanto riguarda poi i giochi con engagement, l’advergame potrebbe diventare quella formula alternativa alle fredde campagne email, perché è assodato che attraverso i giochi aumenta anche l’engagement. Perché quando si crea un gioco non si crea una semplice landing dove si va a chiedere subito il dato. La persona è portata a vivere un’esperienza, a conoscere il brand e dopo, arrivati a un certo punto si porta alla richiesta del dato. Ad esempio dopo un certo numero di ore spese o un certo numero di livelli superati, per continuare il gioco e arrivare a vincere un premio, si chiede la mail, quindi non è un lead freddo di una persona che arriva mette i dati di contatto e poi scappa, è una persona che è stata a contatto con il brand, o l’immagine di quel brand per un determinato periodo di tempo. Questo fa che l’engagement sia molto elevato, e che con i giochi, ci si ingaggia molto spesso a quel gioco e quindi, conseguentemente anche al Brand. Tutti questi dati e questi contenuti di engagement, possono poi essere monitorati attraverso da una dashboard integrata in cui si vedono tutti i dati necessari.

Gamindo è una webapp, è un link. Non c’è bisogno di scaricare nulla per il consumatore, solo aprire un link e iniziare a giocare.  Ad esempio se andate sul sito di gamindo.com potete aprire un gioco, vedrete subito che è un semplice link web trovando anche un “ester egg”, una sorpresa direttamente dentro il sito. Quando siet nella home page cliccate c’è il tasto click qui vi parte direttamente un “arkanoid” sulla home page e potete giocare da lì, ed è facile capire cosi con quanti pochi steps e velocità, si può integrare un gioco all’interno di un sito. Se poi pensate che secondo dati condivisi dalla divisione Marketing di Mulino Bianco, e che il tempo medio sul sito di Mulino Bianco era quadruplicato, dopo aver inserito il gioco. Questo è una conseguenza logica, dell’avere un gioco in home page, così le persone che entravano, restavano parecchio tempo inizialmente, ma poi anche si è rilevato il fenomeno del ritorno per continuare a giocare.

Il pricing va da 5.000€ a 100.000€, dove 5000€ rappresenta un gioco semplice a template, mentre 100.000€, è un gioco complesso fatto a misura, sulle necessità dei clienti. Ma visto che la missione di Gamindo è mettere un gioco in ogni azienda, si sta lavorando a una versione, anche un po’ piú “light” di entrata abbassando i 5.000€ iniziali, che magari verrà portato sul mercato con l’introduzione di qualche nuovo prodotto, più pronto come se fosse un template però che comunque ne rispetti, le qualità e l’affidabilità, da sempre punti forti di Gamindo. Questo è per andare a toccare anche il mercato più piccolo, e se pensiamo che in Italia ci sono 5 milioni di PMI, è fondamentale trovare una misura che vada bene anche per loro.

Per più info https://gamindo.com

Per la rubrica 4 domande a razzo: 

🏆 Miglior consiglio che ti hanno dato: Il miglior consiglio è quello di dedicare molto tempo alle persone che si ha in azienda, trovare le persone giuste da portare dentro in team e dedicare molto tempo con loro per far capire quali sono gli obiettivi che si vogliono raggiungere.

 📚Libro che stai leggendo: Un libro che ho appena finito di leggere è l’unica regola che non ci sono regole del fondatore di Netflix e lo Consiglio tantissimo, perché parla proprio del contesto e delle persone di cui ho parlato nel contesto precedente.

🚀 La caratteristica che dovrebbe avere un CEO:  Ambizione. Deve essere estremamente ambizioso, soprattutto il founder di una startup nel pensare di fare qualcosa di estremamente grande. Poi le cose andranno o non andranno come previsto, però se parte già pensando in piccolo, non è destinato ad andare troppo distante, almeno questo è il mio punto di vista.

💡La tua frase ispirazionale Il fallimento non è l’opposto del successo a uno step per raggiungerlo, letto in America, ho chiamato il mio pitch al TEDx con questo nome e me la ripeto in continuazione.

 

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