#109 User Experience (UX) Design al servizio degli utenti e dei team di sviluppo
Descrizione
In questa puntata speciale abbiamo deciso di affrontare un tema che troppo spesso resta ai margini del dibattito tecnologico, ma che in realtà dovrebbe essere al centro di ogni progetto digitale di successo: la User Experience (UX) e la User Interface (UI). Due sigle, due concetti fondamentali che racchiudono molto più di una semplice estetica grafica: parliamo di usabilità, accessibilità, fluidità e soddisfazione dell’utente. Temi che riguardano tutti: startup, software house, aziende consolidate, pubblica amministrazione. Per esplorare questo argomento con lo spessore che merita, abbiamo incontrato Nuala Patriarca, designer di lunga esperienza e fondatrice di Exeen.
Exeen è un’azienda italiana che ha fatto del design il proprio cuore pulsante, trasformando ogni progetto in una sfida orientata alle persone. Il loro obiettivo è tanto semplice quanto ambizioso: creare soluzioni digitali intuitive, accessibili e performanti, senza mai perdere di vista la sostenibilità tecnica, economica e umana del lavoro. Il nome stesso dell’azienda – racconta già qualcosa del loro approccio. Nasce dalla combinazione di due proposizioni latine: “ex” e “in”, cioè “da… a”. Questo piccolo dettaglio semantico diventa una metafora del percorso che l’azienda compie insieme ai suoi clienti, accompagnandoli passo dopo passo attraverso il processo di trasformazione digitale. E se la “e” finale è stata aggiunta per motivi pratici – come ottenere il dominio web – il risultato è un nome unico, sonoro, che riflette un’identità precisa e ben radicata.
Nuala, ci racconta il suo percorso professionale con grande lucidità e passione. Nata come interaction designer, ha mosso i suoi primi passi in contesti altamente tecnici, lavorando a stretto contatto con ingegneri e sviluppatori in epoche in cui il design veniva spesso percepito come un orpello estetico, piuttosto che come uno strumento strategico. Questa esperienza le ha permesso di comprendere le logiche del software, di apprezzarne le complessità e – soprattutto – di imparare a comunicare in modo efficace con chi quel software lo scrive, riga di codice dopo riga. Una competenza che si è rivelata cruciale nel momento in cui ha scelto di fondare un’azienda interamente dedicata al design, costruita sulla convinzione che un’interfaccia ben progettata possa davvero trasformare il modo in cui viviamo il digitale. Il problema, però, è che ancora oggi il design viene spesso chiamato in causa troppo tardi. Nuala lo dice con chiarezza: tante aziende si presentano da Exin quando “è già stato fatto tutto, ma qualcosa non funziona”. Ed è proprio in questi casi che emerge tutto il valore di un approccio come quello di Exin. Perché migliorare la UX a posteriori non è solo questione di grafica: significa ripensare i flussi, analizzare i comportamenti, comprendere i veri bisogni degli utenti. Significa, in altre parole, mettere le persone al centro, in modo concreto e non solo a parole.
Quando un’azienda contatta Exin, il percorso che si apre è chiaro e strutturato, ma allo stesso tempo aperto al confronto e alla personalizzazione. Il primo passo è sempre quello di mettere intorno a un tavolo tutte le figure coinvolte: team di sviluppo, business stakeholder, utenti finali. È solo attraverso questa triangolazione che è possibile costruire una mappa dei problemi reali, definire un perimetro d’intervento concreto e soprattutto evitare soluzioni astratte o irrealizzabili.
Il dialogo con gli sviluppatori, in particolare, è centrale per Exin. Nuala lo ribadisce più volte: “Vogliamo essere amici degli sviluppatori”. E questo approccio ha una valenza enorme, perché rompe finalmente quella storica contrapposizione tra chi disegna e chi realizza. Invece di puntare il dito, si costruisce insieme: ci si ascolta, si negoziano le priorità, si progettano soluzioni realmente implementabili, non solo belle da vedere. Dopo questa fase di ascolto, entra in gioco il co-design. Attenzione: non si tratta di delegare al cliente o all’utente la responsabilità delle scelte progettuali, ma di partire dai suoi bisogni per elaborare soluzioni efficaci grazie all’expertise dei designer. Il team di Exin crea dei prototipi ad alta fedeltà, simulazioni realistiche del software così come dovrebbe funzionare. Questi prototipi vengono testati dagli utenti e validati dagli sviluppatori, in modo da assicurare che ogni passaggio sia chiaro, sostenibile e coerente con gli obiettivi.
Una volta ottenuto il via libera, si passa alla fase di sviluppo vero e proprio, accompagnando il team tecnico anche nei momenti più delicati, come l’implementazione o i test di qualità. L’obiettivo non è mai “consegnare e sparire”, ma affiancare i clienti in ogni fase, garantendo un passaggio fluido e un risultato davvero utile. C’è poi un altro scenario altrettanto interessante: quello delle aziende che non sviluppano software in autonomia, ma che si ritrovano con strumenti già esistenti e poco utilizzati internamente. In questi casi, Exin viene chiamata per capire cosa non funziona e perché i dipendenti rifiutano di usare certi strumenti digitali. Anche qui il metodo non cambia: confronto diretto, analisi dei bisogni, ridefinizione dei processi e delle interfacce. Il tutto sempre con uno sguardo alla realtà quotidiana degli utenti.
Alla base di tutto questo c’è un approccio progettuale che potremmo definire “incrementale e basato sull’apprendimento”. Nuala lo spiega bene: “Proviamo qualcosa, vediamo se funziona, poi facciamo un altro passo”. Non esistono soluzioni perfette al primo colpo, ma esistono processi intelligenti che si adattano, testano, imparano e migliorano. Ed è proprio questa mentalità che permette a Exin di creare prodotti digitali che funzionano davvero, nel tempo e nel contesto reale d’uso. In conclusione, questa puntata ci ricorda che la User Experience non è un’aggiunta secondaria, ma un elemento centrale di ogni progetto digitale di qualità. Investire in UX significa ridurre i costi nascosti, aumentare la soddisfazione degli utenti, migliorare l’efficienza operativa, e – cosa forse ancora più importante – costruire una relazione più sana tra tecnologia e persone.
Guarda il video del podcast
- #109 Nuala Patriarca | CEO Exeen
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